Reportage Give Us Barabba @ Winterstorm Festival 2015
Non ci si fa mai mancare un bel fest underground, vero? E allora eccoci qui, stavolta sono affiancata da Riccardo, nuovo collaboratore del sito che spesso e volentieri si fa qualche serata con la sottoscritta, e per la prima volta sarà lui a lavorare con me per la stesura di un live report (e che vi devo dire, Ivo è in “ferie”).
Ma bando alle ciance: parliamo di questo evento. Il Venice Winterstorm Fest arriva alla sua terza edizione quest’anno, e viene come sempre svolto in provincia di Venezia, questa volta al Revolver Club, discoteca che si presta anche a questo tipo di eventi.
L’apertura cancelli è fissata per le 17.00 e l’inizio dell’evento per le 17.30 ma, come capita spesso, le band iniziano a suonare in ritardo di mezz’ora. Cosa che ha fatto slittare un po’ tutto tra cambi palco e altro, ma soprattutto ha fatto perdere parecchio pubblico alle band che hanno dovuto esibirsi a orari troppo inoltrati.
l festival inizia con il concerto dei Silverbones (…)
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Quando in una descrizione di una band leggo “avant-garde“ divento lo scetticismo in persona, lo ammetto. E non perché sia un genere che non mi piace, anzi! È invece un genere che adoro ma che è davvero difficile proporre live, e varie esperienze da spettatrice me l’hanno insegnato. Ecco perché quando salgono sul palco i GIVE US BARABBA mi avvicino curiosa per scoprire se questi ragazzi sanno fare il loro lavoro. Costumi variopinti, strumenti atipici nel metal alla mano, forte personalità e ci siamo: i Give Us Barabba, con un frontman con sassofono alla mano – che mantiene sempre il contatto con il pubblico e lo sa gestire in modo da risultare coinvolgente, ci regalano un’esibizione per nulla male! La qualità dei brani risulta un po’ altalenante, ma alcuni pezzi sono davvero di spicco e – per chi conosce il genere – rispecchiano pienamente quello che l’avant-garde metal deve essere: fuori dagli schemi. Questi ragazzi, che sanno anche essere autoironici al punto giusto, hanno le potenzialità per puntare ancora più in alto.
a cura di Beatrice Traversin
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